giovedì 27 ottobre 2016

SETTE GIORNI



LUNEDI
Treno, caldo e tanta gente. Un nuovo viaggio pochi chilometri, la promessa di una settimana diversa e un’attesa dell’anima per ciò che sarebbe stato e per chi avrei incontrato. Caldo, poi freddo. Escursioni termiche e metropolitane. Scale mobili e poi ancora tunnel senz’aria, tanta gente. Qualcuno ha una valigia, qualcuno corre. Che bella città.
MARTEDI
Parole, parole, parole. Sonno, tanto sonno. Camere d’albergo che sembrano casa. Forse sono casa. Ma in fondo dove è casa adesso? Sono cittadina del mondo, un po’ qua e un po’ la, questo letto è fantastico, lo voglio. Un quadro appeso alla parete che non riesco a smettere di guardare. Una ragazza o una donna, un essere meraviglioso seduto su una poltrona, che si abbraccia. Si abbraccia. Ed è felice.
Ipnosi, viaggi mentali, minuti. Voglio essere lei. Spiccare un salto ed entrare nel quadro, per assaporare quel senso di tutto, per sentire quella sensazione. Sonno. Tanto sonno. Ma non si dorme mai.
MERCOLEDI
Un uomo aspetta l’ascensore, ci siamo solo noi. E’ presto. Troppo presto. Comincia a parlare, sorride, come se avesse sempre saputo che sarei stata in quel punto in quel giorno. Mi stava solo aspettando.
“Sono qua in vacanza, mi è sempre piaciuta l’Italia. Che bel posto! Se sono da solo? Eh si. Mia moglie è a casa.Non è che non volesse venire, ma sai sono io quello che ama viaggiare. Lei a quest’ora sarà ancora a letto…No a lei non importa se vado da solo. Sono 20 anni che facciamo così, e sai perché? Perché alla fine non importa dove vado…torno sempre da lei.”
Buona giornata.
GIOVEDI
Birra, cibo, ponti su fiumi reali o immaginari. Gente, ancora metro. Locali pieni di persone che mangiano, parlano parlano, ridono. Qualcuno guarda la partita. Vi offro uno shortino, offre la casa.
Bla bla bla…ovunque chiacchiere…io io io io io io sempre e solo io. Sorrisi veri, sorrisi finti. E via andare. Birra, cibo…voglio tornare al mio quadro.
VENERDI
Metro. Tutti guardano verso il basso, lo schermo illuminato perennemente. Io guardo loro ma loro non guardano nessuno. Tutti immersi nel microcosmo telematico. Amicizie telematiche, foto di persone che neanche si conoscono, commenti, insulti e complimenti compensati e frullati per un cocktail di niente assoluto. Tutti guardano verso il basso. Solo lei ha in mano una penna. Scrive. Una lettera. Non ci credo. Provo a sbriciare. Sta scrivendo davvero. “ Cara…tu che mi sei stata sempre accanto, conosci tutti i miei segreti..” Basta, non sbircio oltre. Solo lei conosce i suoi segreti, rispetto. Un eroe legge un libro. Stima.
Tutti guardano verso il basso.
SABATO
Gioia. Pura. Semplice e immediata di sapere che c’è ancora qualcuno al mondo che appartiene alla tua vita da 20 anni. Ed è ancora. Divertirsi a notare i cambiamenti, si cresce ( forse). I discorsi si fanno seri, ma il piacere rimane. Serenità, per un attimo compagna di due ore. Benvenuta, vai già via? Resta ancora un po’…
Cambio…Monza.
Foto meravigliose appese a muri orribili. Attimi presi e impressi per sempre. Volti, storie, senso di onnipotenza, il fotografo è un ladro. Ruba storie per dare emozioni. Restate dove siete, per sempre.
DOMENICA
Sonno. Mancanze, ricordi emozioni e sensazioni si mettono in fila per essere ordinatamente riposti nel solito cassetto. Si ricomincia, si riparte, per dove… tornare indietro per andare avanti, non muoversi è la condanna, il movimento perpetuo un anestetico. Stile di vita sempre più piacevole. Muoversi, sempre.

La meta non importa. Girare in tondo per incontrare sé stessi, darsi una spinta e ricominciare, fino a quando non si sentirà il bisogno di fermarsi, e allora…casa.