Cara te,
chiunque tu sia, ovunque tu sia, lo so che ormai sei stufa
di ascoltare, di leggere. Che sei disillusa forse, che non ne puoi più.
Ma ho qualcosa da dirti. E se non lo faccio ora forse non ne
avrò più la voglia. Quindi prendo calamaio e carta e comincio…
Si dice che il passare degli anni regali esperienza,
saggezza e un briciolo di coscienza. Non so chi di preciso lo abbia detto ma
sicuramente sarà stato qualcuno che ha sofferto o un folle.
Beh, per me un po’ è stato così. Ogni giorno un passo in
più, a volte verso il baratro a volte verso la luce, ma l’importante è andare,
si impara in entrambi i casi no?
E l’amore poi, così come la vita, è un concetto meraviglioso
quanto pericoloso. L’hai scoperto tardi o forse troppo presto, per gioco, per disperazione
o per caso e ti ha colpita come un pugno nello stomaco, di quelli belli, che
non ti aspetti, di quelli che sei impegnato a guardare il cielo e
all’improvviso piombi sulla terra, a faccia in giù, e non sai come alzarti, non
sai se alzarti perché hai paura che passi. Sensazione di vuoto, come stare al
trentesimo piano e guardare giù, con la voglia di buttarti e la paura di non
farcela, senza paracadute, senza sicurezza, come solo la vita sa essere. Poi
forse avrai capito che dovevi abituarti a quella sensazione, che il controllo
non è tutto, che anche perdersi serve a ritrovarsi. E così hai fatto.
Ora, a distanza di tempo, altre lezioni, altra acqua passata
sotto ponti di zucchero e fragole.
Dolce amara questa cosa dei sentimenti, non li vuoi più?
Un dizionario ci vorrebbe, penserai. Qualcuno che possa dare
una definizione incontestabile di questa maledetta follia. Ma nessuno viene in
tuo soccorso.
Notte, giorno, ancora notte. E andare avanti così, con la
disperazione di chi sa cosa vuol dire essere ingannato, e continuare a cercare
quello stesso inganno perché non si riesce a stare senza, il cazzotto nello
stomaco che adesso non è più bello, fa solo male.
Continuare a farsi mille domande. Quelle di cui conosci la
risposta e non ti piace affatto, allora cambi domanda, cambi risposta, cambi
lingua, ma giro girotondo ritorni al punto di partenza, che è sempre un passo
indietro rispetto a quello di prima e allora che senso ha continuare. Nessuno.
Oppure ha tutto il senso del mondo.
Capire quello che vuoi. Come lo vuoi. Questo il senso del
peregrinare.
Allora ti auguro di capire che quello che cerchi è semplice
accettazione. Di quello che sei, di quello che diventerai, del tuo essere umana,
debole, caotica, nevrotica, bellissima, simpatica, strana, introversa, chiusa,
allegra, felice e triste nello stesso istante. Ti auguro di vivere al massimo
ogni momento, ma di essere anche capace di guardare oltre, perché i momenti
passano, belli e brutti, ma sono momenti, che se non li metti in fila per farli
diventare vita sono solo piccoli fuochi in una sera buia, destinati a spegnersi
in fretta come in fretta sono nati. Ti auguro di riconoscere quando è il
momento di lasciare andare, e quando invece lottare con tutta te stessa per quello
in cui credi, con la passione della guerriera e la delicatezza della rugiada.
Ti auguro di essere sempre coerente, perché è l’unica arma
contro il male, di mettere sempre in pratica ciò che predichi, perché in questo
modo sarai inattaccabile, e non dovrai mai fare i conti con te stessa.
E ti auguro di trovarla te stessa, ovunque si nasconda, e di
poterti guardare con occhi sinceri senza odio e senza sensi di colpa, di
riuscire a parlarti e soprattutto ad ascoltarti, di non badare agli altri che
sono buoni tutti a giudicare sulla pelle tua, di non aver paura del loro
giudizio perché vale meno di niente, se tu resti tu. Ti auguro che alla fine il
tempo ti dia le risposte, e ti mostri chi davvero tiene a te, perché è il tempo
che regola la nostra vita, è lui che alla fine ci consegna le chiavi del nostro
destino, a volte in modi strani e incomprensibili, ma è lui che ti mostrerà la
via, e con chi percorrerla.
E poi, infine, quando saprai, ti auguro di trovare la
persona che cerchi, e se non dovesse esistere, ti auguro di bastare a te
stessa. Ma se dovesse esistere, in qualche punto del globo, ti auguro di
riconoscerla dal primo istante.
Che sia qualcuno che
ti prenda per mano e basta, che non ti menta perché è giusto così, che sia
capace di dirti la verità anche se fa male. Che ti parli, o che solo stia in
silenzio insieme a te guardando il mare, o un albero, o un muro, perché non
importa quello che stai guardando ma che lo stiate facendo insieme. Che impari
con te, che sbagli con te, che lotti con te, che si arrabbi con te e per te,
che ti perdoni quando sbaglierai, perché sbaglierai, ma che sarai certa che resterà
al tuo fianco e non ti giudicherà, che magari ti prenderà in giro, ma che poi
di sera, quando cala la tenebra, ti dirà non aver paura, ci sono io. Ci siamo
noi.
Che abbia paura, che sia umano come te, imperfetto come te,
ma che ami le tue imperfezioni e ti faccia amare le sue, che sia qualcuno che non
cambierebbe niente di te perché non saresti te. Che ti faccia sentire e che ti
senta. Anche a chilometri di distanza. Che si fidi di te e non ti faccia mai
aver paura di essere abbandonata. Che ti chieda un parere su che maglia
mettere, o che film vedere, perché quello che pensi è importante. Che ti faccia
sospirare, che ami anche quando sei appena sveglia e che anzi ami proprio quel
momento tra sonno e veglia, quello in cui sei più sincera, quello dove magari
stai ancora sognando e ti scappa un sorriso, che ami giocare con i tuoi
capelli, che ti guardi ogni volta come se non ci fosse altro al mondo. Che
senta quando stai per cedere e capisca quando non è il caso. Che sia anche
odioso a volte, perché la perfezione stufa, e poi diciamocelo, non esiste. Che
usi le parole con il rispetto che si deve a un essere umano, e sappia usare il
silenzio per parlare con te, quando le parole non sono necessarie.
Che sappia tirarsi indietro e lasciarti i tuoi spazi. Che
balli con te. Che canti con te, anche se non conosce le parole. Che stia con te
sotto la pioggia perché è divertente, e che curi l’influenza inevitabile subito
dopo, con brodo caldo e musica. Che voglia cani e gatti e pappagalli in giro
per casa, e che voglia bambini che abbiano i tuoi occhi.
E tutto riacquisterà sapore, anche un bicchiere di vino rosso
avrà il sapore di nettare e un panino si trasformerà in banchetto.
Cadrai, ti rialzerai, poi cadrai ancora, perché altrimenti
non si può fare, ma lo farai con il sapore della sfida, non con quello della
sconfitta.
Non aver paura.
Ce la farai.
Che sia tutto migliore.
E continuerai a sognare, a ridere e anche a piangere, perché
la sofferenza fortifica, ma è la gioia che ti rende vivo davvero.
Quindi, basta con la tristezza, basta con la frustrazione.
Godi di ogni singolo giorno, perché sei viva. E non ti manca niente, quello che
cerchi è solo nascosto da qualche parte, e quando lo troverai sarà musica.
Vivi. Fino a quando sarà abbastanza, e avrai avuto una vita
piena, o almeno degna di essere vissuta.
Abbi cura di te
Con affetto
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