martedì 2 febbraio 2016

AD HONOREM

Questa è la storia di un uomo e della sua vendetta. Huge Glass è un cacciatore di pelli nel Nord Dakota dei primi anni dell’800. Il suo compito è guidare una spedizione di cacciatori che è stata attaccata da una tribù di indiani sanguinari e vendicativi e che deve tornare al proprio forte per salvarsi da morte certa. Il nostro eroe però viene attaccato da un orso che lo riduce in fin di vita, così il capo della spedizione, uomo d’onore , decide di lasciarlo indietro per concedergli la giusta dipartita, e promette un premio in denaro ai tre volontari che accetteranno di restare con lui. A restare saranno il figlio di Hugh, mezzo sangue indiano , un giovane e inesperto cacciatore, e Fitzgerald, un cacciatore senza scrupoli e senza onore che ha già subito violenza in passato dagli stessi indiani. Ben presto la vera natura di quest’ultimo viene fuori, e in una colluttazione dovuta alla sua decisione di abbandonare al suo destino Glass uccide senza scrupoli il figlio davanti ai suoi occhi.
Da questo evento comincia la storia di vendetta e rinascita. Pian piano il nostro eroe si riprende e comincia la caccia a colui che ha ucciso suo figlio.
Tralascio di svelarvi il finale anche se potete facilmente intuirlo.
Questa in breve la trama di  Revenant-Redivivo, ultimo film dell’acclamato regista Alejandro González Iñárritu, che vede assoluto protagonista Leonardo Di Caprio e che ha ricevuto ben 12 nomination agli Oscar.
Alcune considerazioni sono d’obbligo per capire se davvero questa sarà la volta buona per il Nostro Leo.

LA REGIA
Si sa che Iñárritu è regista che ama le sperimentazioni, già l’anno scorso aveva stupito e deliziato gli addetti ai lavori con Birdman, che gli ha infatti valso un meritatissimo Oscar. E anche questa volta non delude. Il film è un riuscitissimo esercizio di stile in cui vengono sapientemente miscelati lo stile descrittivo alla “Into the wild” allo stile dinamico e in prima persona dei videogiochi moderni, e questa commistione rende il ritmo e le dinamiche narrative originali e coinvolgenti. La statuetta dovrebbe essere in cassaforte.
IL PAESAGGIO
Il vero protagonista del film. Il Nord Dakota letteralmente esplode, visivamente e nel sonoro, con le sue distese innevate, i ruscelli ghiacciati, la flora e la fauna. A volte sembra di vedere un documentario di National Geographic, quasi ti aspetti che da un momento all’altro si possa sentire una voce fuori campo raccontare degli animali e delle loro abitudini. E invece niente, ci sono “ solo” le immagini a parlare e a trascinarti nel freddo e nella neve. Spettacolare.
GLI ATTORI
Diciamo subito che molto probabilmente questa sarà la volta buona per Di Caprio.
Il problema è solo uno: non se lo meriterebbe.Non per questo film.
Vero che il protagonista assoluto è lui, sono sue le peripezie e gli sforzi di tutta la pellicola, ha mangiato pesci crudi, è stato realmente ferito durante le riprese della lotta contro l’orso, ma basterebbe questo per concedergli l’oscar? Se analizziamo bene la sua interpretazione possiamo capire molto facilmente come questa sia stata una performance “ di pancia”. Credo che durante il film abbia detto forse 4 battute, se escludiamo i dialoghi col figlio in indiano. Il resto sono gemiti, sospiri, bava e vomito, espressioni di sofferenza e di odio. Recitate molto bene, questo bisogna ammetterlo, ma se penso a quello che l’attore è riuscito a fare con “ Wolf of  Wall Street”, beh, penso che le due interpretazioni non siano minimamente paragonabili.  E allora sicuramente vincerà la statuetta quest’anno, lo spero per lui, ma sarà più un premio alla carriera ( o per lo sforzo fisico e il sacrificio) che un riconoscimento per l’interpretazione. Un oscar Ad Honorem insomma. E direi che va anche bene così.
Da sottolineare invece la splendida interpretazione di Tom Hardy, il cattivo Fitzgerald, davvero convincente nei panni di un bastardo senza scrupoli, che è riuscito a dare profondità a un personaggio senza passato, con un ‘unica informazione a disposizione, quella dei maltrattamenti e delle violenze subite (gli indiani hanno provato a fargli lo scalpo, non si sa perché né come ha fatto a sopravvivere…). 
Davvero una gradita sorpresa.
I PUNTI DOLENTI
Se analizziamo le nomination che il film ha ricevuto capiamo subito i suoi problemi. Sono tutte , se escludiamo quelle per gli attori, tecniche, come quella per il montaggio , il sonoro e la regia.
Al di la della regia, che come abbiamo detto è assolutamente meravigliosa, non possiamo che essere d’accordo nel premiare la tecnica. Ma, e c’è sempre un ma.. null’altro. Quello che manca è la storia. 
Per definire questa storia potremmo usare diversi termini: banale, incompleta, retorica, imperfetta.
Non c’è nessun approfondimento dei personaggi, la storia del protagonista è affidata a pochi flashback frammentari e che sanno di già visto, il cattivo è cattivo e basta, come abbiamo già detto prima, il rapporto padre figlio è ignorato, c’è un continuo rimando alla visione della moglie morta che, diciamolo, dal Gladiatore in poi ci ha un po' stufato, insomma…non esiste storia e quel poco che c’è sa di già visto. Se poi pensiamo a come viene sviluppato il percorso di rinascita del protagonista, a volte viene anche un po' da sorridere: gambe rotte che tornano a posto da sole mentre il nostro viene trascinato in un fiume, cadute spettacolari da burroni in cui ci si salva grazie a un pino, diciamo che a volte sembra di vedere Superman piuttosto che Revenant. Ecco, tutto questo contribuisce a rendere inverosimile la struttura narrativa del film.Bocciato


Insomma, per concludere, bel film, andatelo a vedere, ma non aspettatevi grossi colpi di scena, andate con la convinzione di vedere una pellicola girata davvero bene , coinvolgente, anche molto cruda in molti punti, con un Di Caprio in grande forma ma niente più. E se poi venisse premiato con l’Oscar…beh, sarebbe solo un risarcimento per i mancati riconoscimenti passati, quindi forse potremmo anche perdonargliela. Buona visione!

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