ho sempre pensato che nella vita la cosa più bella che potesse capitare fosse quella di conoscere persone diverse da te, sapere quello che pensano, imparare cose nuove, magari cambiare idea su qualcosa che fino a quel momento avresti pensato fosse inamovibile. Ebbene, a volte capita che incontri qualcuno che non avresti mai pensato potesse diventare tuo amico, e invece poi un piccolo guscio si rompe e comincia uno scambio, di idee, di sabato allo stadio , di pizze, di cavolate e cose serie. Amicizia. Ecco, si chiama proprio così. Una di queste persone che la vita mi ha fatto incontrare è Mattia, un giovane vecchio nerd che ho conosciuto nella mia esperienza modenese e che ha tra le sue tante passioni quella del gioco di ruolo. E nel suo (poco) tempo libero si diletta a buttare giù opinioni, storie e discussioni su questo argomento che ha contribuito a renderci più vicini. Quello che ne è venuto fuori è un blog, pieno di discussioni serie e meno serie, molto ben curato e ben scritto.
Una sera il Mat (come l'ho sempre chiamato) mi ha contattato per chiedermi se avevo voglia di scrivere qualcosa sul suo blog riguardo la partecipazione femminile nei giochi di ruolo, chiedendomi di esprimere un parere su alcune tematiche che lo incuriosivano. Non ci ho pensato due volte, e questo è quello che è venuto fuori dal cilindro. Buona lettura!
Questo il link per andare a curiosare nel blog di Mattia: http://ortodelgrognard.blogspot.it
"La
prima volta che mi fu proposto di partecipare a una sessione di D&D
accettai con un po’ di perplessità. Ero sempre stata attratta da questo mondo
fantastico e appassionata del mondo fantasy da sempre, mi ritenevo una piccola
nerd in erba, pronta ad affrontare il grande passo del gioco live. Non sapevo
quello che mi aspettava, ma nutrivo grandi speranze di poter essere all’altezza
di calarmi completamente nei panni di una grande eroina pronta a salvare il
mondo dalle insidie del male.
Non
sapevo quanto la realtà mi avrebbe dato torto.
Ero
l’unica ragazza al tavolo, e ovviamente tutti gli sguardi erano puntati su di
me. C’era chi mi guardava con aria interrogativa, chi si stava chiedendo quanto
ne sapessi del gioco, chi da subito si approcciò a me come con una scolaretta
alle prime armi e chi semplicemente mi ignorava già pregustando la sessione con
fare sognante. Il master, la povera anima che mi aveva proposto di giocare, era
l’unico a preoccuparsi che fossi a mio agio e cominciò ad elencarmi quelle che
sarebbero state le attività della serata, probabilmente non avremmo giocato
quella sera, dovevamo CREARE LA SCHEDA. Pensai tra me e me “un’intera serata
solo per creare la scheda? E che sarà mai?!?”. Per non fare brutta figura avevo
cercato su internet le meccaniche del gioco, come funzionava il tiro dei dadi,
come si combatteva ed ero rimasta affascinata dal meccanismo pur capendoci
onestamente davvero poco. Quando tutti furono pronti, finalmente ci sedemmo…e
iniziò il delirio.
La concordia che regna al tavolo.. |
Si
cominciò a litigare sulla composizione del gruppo, partì una lotta senza
quartiere su chi doveva essere cosa, due tizi quasi cominciarono a insultarsi
perché volevano essere il mago, uno voleva assolutamente fare il nano, un altro
cominciò a parlare di skills e armature e tiri salvezza. Mi sembrava di essere
precipitata in una Babele fantasy…
Il
santo master finalmente si rivolse a me ponendomi la fatidica domanda: cosa ti
piacerebbe essere?
Silenzio.
Occhi puntati su di me, tutti sapevano che essendo la novellina e in più
FEMMINA probabilmente se avessi detto che volevo essere un drago immortale il
master mi avrebbe accontentata. E così pensai molto rapidamente, e decisi che
anche se in cuor mio mi sarebbe piaciuto tanto essere un grande stregone in stile
Gandalf non potevo rischiare di essere odiata dopo soli 5 minuti di gioco. E
così sfoggiai il mio sorriso migliore e dissi candidamente che non avevo
nessuna preferenza, avrei fatto quello che avanzava dopo la scelta degli altri
a seconda delle esigenze del gruppo.
Con
l’andare avanti nelle mie esperienze di gioco ho capito che quella volta avevo
dato la risposta migliore.
Da
quel momento le cose andarono un po’ meglio, gli sguardi si fecero meno
pressanti e il gioco potè incominciare.
Dopo
quella esperienza ne seguirono molte altre, alcune divertenti altre un po’
meno, ma cominciai a farmi un’idea su quali siano le differenze tra ragazzi e
ragazzi quando si gioca di ruolo.
Il
primo aspetto che credo si possa sottolineare è che a noi non piace perdere. E
non riusciamo proprio a comprendere, figurarsi ad accettare, la sentenza e la
liturgia del lancio dei dadi. Stai sorridendo,vero?
A
chi non è capitato di giocare con una ragazza e sentirsi dire dopo un lancio di
dadi andato male “posso ritirare?” con una vocina supplichevole e battito
accelerato di ciglia? Ecco, amiche giocatrici…non fatelo mai. La prima legge
del gioco di ruolo è che i dadi non si rilanciano, mai.
Poi
c’è la questione della diplomazia. Personalmente ho sempre preferito quelle
avventure in cui c’è da scoprire qualche grande mistero, oppure c’è da indagare
all’interno di un dungeon pieno di insidie e pericoli, dove ci sia un po’ di
fiction insomma. E quando ci si trovava nella situazione in cui le alternative
erano l’astuzia o le mani, beh…l’esito era sempre scontato.
Ricordo
ancora quella volta in cui si era al cospetto di un potente signore locale che
non sapevamo essere amico o nemico e io che ero stata l’unica a potenziare la
mia diplomazia e addirittura a scegliere tra le mie abilità etichetta ( che sciocca) cominciai a
tentare di parlare con lui. Attorno a me, la morte celebrale. Chi sbadigliava,
chi parlava d’altro con il suo vicino di posto (altra cosa che odiamo cari
maschietti), e alla fine qualcuno decise che ne aveva abbastanza e tirò fuori
la spada per minacciarlo. Potete immaginare come andò a finire.
Insomma,
per farla breve ,l’abisso che ci separa è composto in larga parte dal fatto che
ai maschietti piace taaaanto menare le mani, mentre alle femminucce no.
Ovviamente esistono molte eccezioni per questa affermazione, e posso
testimoniare che quando ci si trova di fronte a una ragazza battagliera le
conseguenze possono essere ancor più nefaste che se ci si trovasse davanti al
peggior guerrafondaio dei Forgotten realms…
Potreste
obiettare, e a ragione, che si sta giocando a giochi di ruolo con mostri,
cavalieri e stregoni, e non si sta girando una puntata di Beautiful. Giusto, ma
un bravo master che riuscisse a fare combaciare un po’ di più il lato
riguardante la storia vera e propria, con la sua suspance e il suo mistero con
il lato prettamente combattivo e militaresco avrebbe fatto sicuramente centro.
Credo
che con una o più ragazze nel party le cose siano sempre un po’ meno monotone
anche ,perché no, grazie alle nostre piccole ingenutà da nerd junior, il nostro
non conoscere a memoria il manuale del giocatore, il nostro prenderla anche un
po’ sul personale, rendiamo le storie un po’ più interessanti. E quando
finalmente entriamo nello spirito del gioco, quando ci affezioniamo ai nostri
personaggi, quando creiamo gruppo, e in questo siamo molto brave, ci divertiamo
forse anche più dei ragazzi.
Dunque, ragazze,
giochiamo di ruolo..come direbbe il grandissimo Federick Frankenstein….SI
PUO’ FARE! "
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