lunedì 9 novembre 2015

IL FAVOLOSO CINEMA ITALIANO

Seduta su questa panchina ne vengono di cose in mente, ti si riempie lo stomaco di cose da dire ma anche da non dire perché non sta bene o da rimandare perché "ora sei arrabbiata, quando ti passa vedrai le cose con più calma". Ecco. Parto da questo per chiederti : è davvero così?
Quando sei deluso da qualcosa hai davvero bisogno di tempo per metabolizzare e guardare le cose "da un'altra prospettiva"?
Dubbio atroce, lo ammetto. Così ho fatto un esperimento.
Ho guardato IL GIOVANE FAVOLOSO, per tutti e 137 i minuti compresi i titoli di coda. Poi ho spento la tv, sono andata a dormire, e ho lasciato passare quasi un mese per vedere "l'effetto che fa".
Niente. Sono ancora incazzata.
Mi è rimasta dentro quella sensazione che non è più rabbia, si sta evolvendo, trasformando in delusione, nella sensazione che qualcosa sia andato sprecato, un'occasione sia stata gettata via con una presunzione tutta italiana.
Vero è che ora ho più elementi per guardare la cosa da diversi punti di vista, posso tentare di salvare il salvabile, mentre un mese fa avrei solo buttato là una parolaccia e fine della storia. Ma proprio non riesco a salvare questo film.
Io ho studiato al classico, sai, e per alcune insegnanti parlare di Leopardi era come andare al concerto dei Nirvana per una groupie, quindi ho sempre avuto tanta simpatia per questo gobbetto perennemente depresso ( e come dargli torto!). Bada, ho detto depresso...
E invece in questo film, osannato a Venezia, vincitore di numerosi premi in giro per il mondo il nostro Leo si trasforma in un patetico gobbo infantile e lasciami dire, quasi autistico. 
Pur rispettando gli eventi che maggiormente hanno influenzato la sua vita, i suoi spostamenti da una Recanati soffocante a Roma e infine a Napoli, pur cercando di raccontare l'oscurità che avvolgeva la sua anima, tutto è reso patetico. 
Elio Germano in una scena del film
Una condizione dell'anima così fragile e affascinante come quella che affliggeva lo scrittore, la sua stessa fragilità viene distorta e inglobata, oscurata da tic e nevrosi infantili e direi quasi patologiche. Pulire la coscienza inserendo qua e là alcuni versi è ancor peggio, poiché la loro armonia, il profondo sentimento e il profondo disagio che ne hanno fatto vedere la luce, ogni parola cozza con l'immagine che viene data dell'autore. Un'occasione perduta appunto.



Elio Germano è l'unica nota positiva di tutto il film, rende con esemplare maestria l'immagine del poeta, fa quello che può, si vede, ma da solo non può salvare un prodotto in cui , credo, è sbagliata l'impostazione fin dal principio.
E così, mentre guardo le foglie autunnali cadere giù mi lascio trascinare da questo triste mood e mi chiedo solo una cosa,che poi è la domanda delle domande: possibile che il nostro cinema debba essere per forza questo? Che debba essere per forza o volgare o patetico o solo per pochi eletti?
Abbiamo perso il dono di sapere far ridere senza mostrare fondoschiena o seni prosperosi o di far riflettere senza scadere nel già visto o nel patetico...o solo il dono di raccontare è quello che è venuto meno?
Domanda importante, risposta complicata. Forse si o forse no. Se ci penso un attimo al di la di registi apprezzati anche all'estero come Sorrentino ( che però fa un tipo di cinema che, diciamolo, non è per tutti, non è facilmente assimilabile e a volte neanche godibilissimo), ci sono oggi delle speranze per il cinema  tricolore. Penso a Garrone, al Papaleo di "Basilicata coast to coast ", alla opera prima del giovane Pif , il delicatissimo "La mafia uccide solo d'estate", tutti registi che hanno saputo raccontare delle belle storie, divertenti, drammatiche o fantastiche, ognuno con un proprio originale stile. 
Non tutto è perduto quindi, di fantasia ne abbiamo ancora, di storie siamo circondati, resta da capire se abbiamo ancora voglia di raccontare con onestà e grazia e soprattutto se abbiamo la voglia di meravigliarci ancora. Io direi di si,voglio meravigliarmi ancora, quindi se non ti spiace, continuo a guardare le foglie e intanto aspetto... 

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